Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2022

Praticare tanto il poco o poco il tanto? (A proposito dei troppi gradi di alcuni "Maestri")

Immagine
  Tra le discussioni che periodicamente animano la comunità marziale (un tempo sui forum ed oggi sui social) c’è senz’altro quella relativa ad alcuni insegnanti, che vantano alti gradi in tante (a volte davvero troppe!) discipline. Non è mai opportuno generalizzare, e credo che vada sempre valutato l’excursus di ogni singolo praticante, la sua coerenza e la sua progressione nella acquisizione dei titoli e qualifiche, poiché “presto e bene” mai come in questo caso vanno poco d’accordo. Stimolato da un commento di Massimo Valtolina ad un mio precedente video, esprimo la mia opinione di praticante di diverse discipline, alcune abbastanza affini tra loro, ed altre – almeno apparentemente – abbastanza diverse.

Praticare una forma, o della importanza di non confondere mezzi e fini

Immagine
  Nella pratica delle Arti – non solo marziali – spesso l’apprendimento passa dalla ripetizione costante di semplici gesti prima e di sequenze sempre più complesse dopo. Quello che agli occhi di uno spettatore inesperto può sembrare così lo scopo ultimo della pratica, ovvero memorizzare coreografie sempre più lunghe ed acrobatiche, eseguire ogni singolo gesto con una precisione quasi maniacale, cercare di riprodurre al meglio anche il più piccolo movimento mostratoci dai nostri Maestri, è in realtà solamente un mezzo per perseguire il vero obbiettivo della pratica. Ed individuare questo obbiettivo e decidere se e quanto sia vero per noi è parte integrante della pratica stessa, perché quando crediamo di aver capito tutto, quando ci illudiamo di non avere più nulla da imparare allora stiamo clamorosamente fallendo perché – quando lanciamo una palla verso il cielo – quando questa smette di salire, comincia inesorabilmente a cadere.

Perché pratichiamo quello che pratichiamo?

Immagine
  Come ricorda nel suo “ Il Piccolo Principe ” Antoine de Saint-Exupéry, “ l’essenziale è invisibile agli occhi” , e così accade che spesso si creda che la pratica di una Arte, marziale o no che sia, serva solo ad affinare determinate tecniche per conseguire specifici obbiettivi. Questo è senz’altro vero – ovviamente – ma è la punta dell’iceberg, perché uno dei più grandi ammaestramenti che la pratica delle Arti ci fornisce è la capacità di confrontarci con noi stessi e la possibilità di conoscere meglio le mie emozioni, i miei pregiudizi, le mie presunzioni. E questo avviene anche affrontando una pratica apparentemente anacronistica come può essere il menare fendenti di spada, prodursi in affondi di bastone o applicare o subire leve articolari complicate e dolorose. Ciascuno avrà avuto i suoi motivi per cominciare la nostra pratica ed altri motivi per proseguire, quello che è importante è – a mio avviso – non smettere di farsi domande, non dare nulla per scontato, chiederci sempre

La figura del Maestro, tra incomprensioni e falsi miti

Immagine
  Troppo spesso, intorno alla figura dell’insegnante di arti marziali o di discipline orientali si creano – in più o meno buona fede – una serie di incomprensioni e fraintendimenti. C’è chi – complici i film alla “Karate Kid” – vede nell’insegnante di arti marziali un Guru, un santone, un Maestro di vita in grado di risolvere ogni problema e di offrire una risposta per ogni difficoltà. Dall’altra parte c’è chi vede nell’insegnante di arti marziali una persona che svolge una missione, animato dal sacro fuoco della passione, lontano da ogni interesse economico personale, una figura che nell’immaginario collettivo fa il paio con il suo esatto contrario, un professionista che insegna arti marziali così come potrebbe vendere salumi o installare caldaie, un professionista che offre un servizio ad una clientela a fronte di un tornaconto economico. La verità come sempre sta nel mezzo, e nell’insegnante medio possiamo ritrovare le caratteristiche delle tre figure descritte sopra, ed anche al

L'Arte marziale è per tutti?

Immagine
  Un praticante di Arti marziali deve avere un fisico atletico e performante oppure questo è un requisito utile ma non necessario? E' un argomento che si presta a diverse risposte, variabili in base a cosa intendiamo per Arte marziale ed quali obbiettivi puntiamo a raggiungere. Bambini ed adolescenti, anziani, disabili fisici e intellettivi possono praticare queste discipline e con quali benefici?