Do ut des
E’ indiscutibilmente vero che il Cercatore non può delegare ad altri il compimento della sua Opera, così come il Viandante non può chiedere che a se stesso di andare sulla strada che ha scelto di percorrere.
Qualunque risultato raggiunga, questo deve essere frutto del suo cammino, del suo estro, delle sue intuizioni, della sua perseveranza.
Altrettanto indiscutibilmente vero è che far parte di una Scuola, di una Fraternità, di un Gruppo, di un Ordine potenzia esponenzialmente le risorse del singolo. Così come un gracile ramo è destinato a spezzarsi se si allontana troppo dal tronco da cui si origina, così lo scambio ricco e vivificante con chi percorre la nostra stessa Via è condizione necessaria – quando non indispensabile – per ottenere nuovi stimoli ed energie.
Per questo non comprendo, e credo mai comprenderò, chi si dedica “part time” ad impegni che meriterebbero ben altra dedizione, chi diserta lezioni e incontri di pratica, chi ha quasi sempre altro di più importante da fare, che si culla credendo che la Scienza possa bonariamente esserci infusa dall’alto in una sorta di Pentecoste che dona – ipso facto – tutto e subito.
Ben poco vale ciò che nulla costa (e stolto sarebbe chi vede in questo dare solo un mero esborso monetario) ed il valore di ciò che otteniamo è dato da quello che abbiamo sacrificato (etimologicamente…) per ottenerlo.
Ieri queste per me erano solo parole, oggi ho avuto la prova provata di quanto questo sia vero.
Ora non posso che augurarmi che le mie possibilità siano all’altezza dei miei desideri.
Come scrisse il Brunelli: “Ai pronti il realizzare!”
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