Si vis pacem, para bellum

 Si dice spesso che la televisione è stata una cattiva maestra (e non che adesso il Web sia meglio, anzi… ma questa è un’altra storia…) e l’affermazione è per certi aspetti condivisibile, specie quando è accaduto che abbia mostrato eventi ed accadimenti senza illustrare la tattica e la strategia che ne erano alla base.



Prendiamo ad esempio le serie di cartoni animati provenienti dal Giappone che erano il trastullo quotidiano degli odierni over 40, allora ragazzini: invasioni aliene che ad ogni puntata attaccavano la Terra con un robottone e venivano puntualmente sconfitti. Cazzo, avete la disponibilità di un robottone a puntata, aspettate una settimana e il lunedì successivo attaccate in gruppo!


Osservazione corretta se l’obbiettivo era quello di conquistare il nostro pianeta, meno opportuna se lo scopo era – come in effetti era – quello di assicurare il proseguimento della saga (ho scritto saga, per quell’altra attività identificata con un cambio di vocale c’era colpo grosso in orari più notturni).


Orbene, accade ora che chi ha ricevuto quell’imprinting, pensi – più o meno inconsciamente – che anche le diatribe della real life si affrontino così, in punta di fioretto, come una partita di ping pong, una contumelia qua ed una allusione la, una velata ingiuria oggi ed una sarcastica allusione domani. 


Modus operandi opportuno se lo scopo è quello di infarcire la propria bacheca social di “mi piace” e richieste di chiarimenti, molto meno consigliabile se il confronto viene vissuto come un qualcosa da terminare al più presto, e possibilmente a proprio vantaggio.


Il buon vecchio von Clausewitz ci riporta con i piedi per terra rispetto all’etica dello scontro, Sun Tzu ci spiega che “il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio” ed il Grande Timoniere ci ricorda che la rivoluzione (e quindi qualunque altro conflitto) non è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità.


Avendo a guida ed esempio cotanti Maestri, mi sento confortato nel mio assunto: mai cominciare un conflitto, sempre cercare di evitare lo scontro, ma se costretto a scendere in campo, fare di tutto ed usare tutti i mezzi per essere vincitore.


E quando dico “tutti i mezzi” intendo tutti i mezzi, in essi compresi certamente quelli consentiti ad un gentiluomo, ma anche quelli che merita l’avversario che gentiluomo non è.


A futura memoria.

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