Tra ampiezza e profondità



Accade, ogni tanto, che io abbia delle modeste epifanie, delle piccole illuminazioni, delle semplici dimostrazioni di cose che ho sempre saputo, forse ho anche a mia volta ripetuto, ma che non avevo ancora fatto davvero mie.

Come me, credo in tantissimi, durante la loro pratica ed il loro addestramento, hanno voluto imparare sempre di più, sempre cose nuove: variazioni, applicazioni, derivazioni e via dicendo.

Oggi comincio ad intravedere l’importanza della semplicità, del “levare”, dell’asciugare, dell’essenziale; comincio a capire che è quasi sempre molto più utile ripassare e ripassare e ripassare un passaggio apparentemente semplice e sicuramente fondamentale piuttosto che un qualcosa di nuovo, arzigogolato e “superiore” (volutamente tra virgolette).

Le nostre nonne avevano in cucina una o due padelle, e con quelle cucinavano tutto; oggi le loro nipoti hanno il wok per la cucina esotica, la pentola a pressione per cucinare di fretta, la friggitrice ad aria calda per non affumicare casa, la bistecchiera in pietra ollare che fa salutista e chi più ne ha più ne porti. 

Comincio ad aver voglia, anzi – bisogno – di fare più di qualche passo indietro, consolidare le basi, rinforzare le fondamenta, approfondire, ripassare, capire, fare mio.

Speriamo di riuscirci.

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