Giovanni Boldini, tra femme fatale e Belle Époque

Giovanni Boldini è famoso per i suoi ritratti di soggetti femminili: donne nobili e ballerine, cantanti e intellettuali, ciascuna a suo modo protagonista di quella che fu quel magico momento storico che fu la Belle Époque.

Ma – come già in occasione di un video precedente dedicato ad Antonio Ligabue – potremmo chiederci cosa hanno a che fare l’artista e le sue modelle con il concetto di “Guerriero” così come lo intendiamo. Molto più di quanto potrebbero suggerire le apparenze, in effetti.

Giovanni Boldini ebbe una vita che fu davvero una opera d’arte; potete leggerne i dettagli cliccando QUI, in questa occasione basterà dire che divenuto adolescente utilizzo la cospicua eredità pervenutagli dallo zio paterno per lasciare Ferrara, sua città natale in cui gli artisti locali continuavano a ripercorrere sentieri conosciuti e dall'esito artistico scontato, per trasferirsi prima a Firenze, poi a Londra ed infine a Parigi, dove trovò un ambiente ideale per alimentare il suo talento.

Ma Boldini fu un Guerriero non solo perché seppe seguire i suoi sogni ed il suo talento, ma anche e soprattutto perché da una parte adottò una efficace strategia comunicativa e commerciale (oggi diremmo che fu un ottimo social media manager) e dall’altra seppe sfidare pregiudizi e convenzioni sociali, sino a sposare – quasi novantenne – una donna sessant’anni più giovane di lui.

Ma se Boldini fu forse un Guerriero, le donne da lui ritratte (e spesso amate) furono certamente delle Amazzoni: donne libere ed emancipate, che dettavano la moda, che univano Oriente e Occidente e davano vita ad una nuova figura femminile elegante e sensuale, indipendente e diametralmente distante da quella figura di “angelo del focolare” a cui una certa retorica maschile voleva ridurle.

Tratti morbidi e luminosi, cura dei particolari e affascinante visione di insieme – ieri come oggi – fanno delle opere di Boldini dei veri capolavori che dimostrano che l’Arte non può mai prescindere dalla vita vissuta, come esemplarmente illustrato in questa mostra allestita ad Asti.








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